La difficoltà principale per le micro e piccole imprese di affrontare commercialmente i mercati internazionali è la mancanza di cultura di impresa, in particolare alla mancata comprensione dei fenomeni oltre frontiera.
D’altra parte non possiamo immaginare dei radicali cambiamenti, se la politica, prima portatrice degli interessi per lo sviluppo economico, fornisce esempi inadeguati con risultati modesti negli accordi di partenariato.
Un esempio di mancata opportunità è stato il protocollo di intesa “la via della seta”, sottoscritto tra Italia e Cina, a causa delle solite divisioni dovute ad un partitismo di vecchio stampo e purtroppo miope alle esigenze degli imprenditori, che avrebbero la necessità di allargare l’orizzonte delle opportunità di vendita a seguito della contrazione della domanda interna, per effetto delle crisi economica.
La sfida dei prossimi anni sarà quella di riportare l’Italia ad un ruolo centrale all’interno dell’Unione Europea che, orfana del Regno Unito, potrebbe avere nuovi spazi di manovra per un dialogo privilegiato verso i Balcani e il Nord Africa, nell’esplorare nuove collaborazioni economiche che potrebbero favorire la creazione di lavoro per le nostre imprese.
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