Quando si parla di migranti immediatamente il pensiero va all’attualità politica, che lo reputa un problema prioritario da risolvere in Italia in nome della sicurezza.
Sappiamo tutti che il fenomeno delle migrazioni è nato con l’uomo, che pur essendo organizzato in forme stanziali, ha sempre cercato il miglioramento delle proprie condizioni in nuovi territori o all’interno di altre comunità. Le migrazioni hanno da sempre permesso lo scambio di informazioni e notizie, indispensabili per la crescita sociale, economica e culturale in generale.
Più romanticamente basta navigare con l’immaginazione (strumento più potente di internet) per pensare alle scoperte di Marco Polo, Cristoforo Colombo e molti altri.
Pur ammettendo che non esistono più nel mondo territori inesplorati (a parte le risibili teorie dei terrapiattisti), resiste invece la forma più incardinata di ignoranza che semplicemente non conosce ciò che avviene fuori dalla porta di casa.
L’ignoranza genera il sentimento del sospetto, della diffidenza e della chiusura, che non aiuta la crescita umana in generale e causa distorsioni anche dal punto di vista economico.
I capitali infatti sono più veloci del pensiero nell’epoca in cui, con le comunicazioni telematiche, uno spostamento di “numeri” ha già realizzato i suoi effetti a catena prima ancora che siamo in grado di percepirli. Il tentativo di combattere questa rassegnata condizione di inconsapevolezza porta a nuovi errori (o forse orrori), ogniqualvolta i “complottisti” cercano di ricostruire fantasiosi ed improbabili scenari che comunque affascinano il grandissimo pubblico dei beati ignoranti (sempre nel senso latino del termine).
In allegato un approfondimento per utilizzare contributi a fondo perduto, messi a disposizione dalla National Geografic, per la realizzazione di documentari sulla migrazione umana. Una buona occasione per gli operatori del settore, ma soprattutto per i fruitori, che potranno approfondire le vere motivazioni alla base delle odierne tragedie umane, di cui vediamo gli scomodi effetti ma non ne conosciamo le cause.
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