Qualche anno fa sono stato relatore in un convegno sull’internazionalizzazione nei paesi del mediterraneo, organizzato dalla locale Camera di Commercio, con la partecipazione delle aziende del territorio aderenti a diverse organizzazioni associative.
Dopo i saluti delle istituzioni regionali e provinciali, ci sono stati interventi con relazioni tecniche di professionisti, consulenti aziendali, esperti di marketing, esperti di diritto internazionale, in particolare italiani e maltesi, dato il focus specifico del workshop. Nel pomeriggio, durante gli incontri B2B, sono stato avvicinato da diverse aziende che pur trattando prodotti di eccellenza ed avendo anche strutture di medie dimensioni, non riuscivano ad inquadrare correttamente le politiche produttive che caratterizzano una effettiva e corretta internazionalizzazione (che non vuol dire delocalizzazione) per arrivare una diversificazione ed una caratterizzazione innovativa sul mercato.
Le domande più ricorrenti riguardavano le tradizionali politiche commerciali, individuate con le figure professionali degli intermediari, agenti o distributori. Probabilmente una comunicazione e soprattutto una informazione più precisa sulle potenzialità dell’internazionalizzazione potrebbe risvegliare l’entusiasmo, da troppo tempo sopito, della nostra imprenditoria che in molti casi è legata ad una realtà locale molto piccola rispetto all’attuale globalizzazione dell’economia.
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