L’innovazione, parola di genere femminile, ha ispirato questa volta la Regione Lazio alla declinazione di una misura agevolativa (con i dettagli in allegato) dedicata proprio alle donne imprenditrici per lo sviluppo delle PMI attraverso sistemi tecnologici ICT.
Occorre chiarire inequivocabilmente che il presente bando non ha caratteristiche similari alla vecchia Legge 215/92, alla quale si ispiravano tutte le call periodiche sull’imprenditoria femminile, che erogava contributi a pioggia, indipendentemente dall’attività di svolta (Commercio, ristorazione, artigianato, trasporti, servizi alla persona, ecc…), purché si trattasse di nuova impresa con maggioranza di quote composta da donne.
Una divertente recente esperienza personale riguarda una amica di vecchia data che venne in studio e disse “voglio aprire un bar, trovami i contributi”. Pazientemente tentai di spiegargli che i requisiti per aderire al bando non erano questi, finché un collaboratore “geniale” suggerì di fare la domanda per la creazione di un “I-book bar”, una sorta di caffè letterario moderno.
A parte episodi singolari, più o meno di successo, consideriamo in generale chiusa, da oltre dieci anni, la stagione dei “contributi alla rinfusa”, mentre le ultime due programmazioni hanno assi e obiettivi più precisi, in modo da non sperperare i fondi, utili per fare “sana impresa” e non tentativi maldestri ed estemporanei di inventarsi progettualità solo per l’utilizzo dei fondi europei.
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