La “decrescita felice” nata da qualche anno dalle teorie del filosofo francese Serge Latouche, è una originale rivisitazione delle priorità dello stile di vita dei paesi occidentali che, ossessionati dal lavoro e dalla produzione, inquinano l’ambiente, mettono in pericolo la salute, deteriorano i rapporti sociali.
In realtà le soluzioni radicali, nonostante siano a volte affascinanti, per alcuni aspetti, ci proiettano lontano dalla realtà che non può e non deve guardare indietro. Gli errori del passato devono farci cambiare direzione nel miglioramento di un percorso costruttivo che possa aumentare il benessere, certamente non solo economico, della nostra società.
La ricetta può avere principi tradizionali combinati con l’innovazione tecnologica e la vera sfida di indirizzo politico sarà quella di riuscire a rendere la crescita più sana, che per esempio valorizzi gli investimenti pubblici nella tutela dell’ambiente e per una buona mobilità, nelle scuole come nelle università e nella ricerca, nell’efficienza energetica come nel recupero delle periferie degradate.
Una crescita orientata allo sviluppo, con nuovi consumi, consapevoli e responsabili, non drogati da atteggiamenti compulsivi.
Proprio parlando di sfide, nell’approfondimento allegato, esiste la possibilità di candidarsi alla presentazione di progetti sociali nella competizione internazionale “iF Social Impact Prize” che ogni anno, da 60 anni, si tiene ad Hannover.
In bocca al lupo a tutti i partecipanti!
Your Comment
Leave a Reply Now