L’Italia, paese dei borghi medievali e dei piccoli centri abitati, rappresenta il nostro orgoglio storico risalente al fenomeno della nascita dei primi comuni e delle comunità organizzate che sono rimaste fedeli nel tempo alle loro tradizioni, resistendo alla dirompente modernità che troppo spesso tralascia le radici buone, da conservare se vogliamo coltivare in maniera sana la cultura con la valorizzazione dei piccoli siti di grande interesse artistico. L’obiettivo ovviamente mette d’accordo tutti, peccato che abbiamo sempre assistito a politiche pasticciate ed inadeguate per contrastare Il fenomeno dell’abbandono dei piccoli centri abitati, soprattutto nel Mezzogiorno.
Ultimamente le incentivazioni per il rientro degli italiani all’estero unitamente alla defiscalizzazione dei cittadini stranieri, a condizione per tutti di stabilire la residenza in un paese del Sud, avrà l’effetto (tra l’altro molto mitigato dall’instabilità politica italiana che non offre certezze per la pianificazione a lungo termine) di attirare inevitabilmente persone che hanno finito la loro carriera lavorativa e che tornano nel nostro paese per godere la tranquillità di una vita da pensionati.
Il rilancio delle regioni meridionali deve essere riconsiderato attraverso altre leve, in particolare con delle azioni di rilancio del lavoro, unico motore per rimettere in movimento l’economia produttiva al posto di manovre destinate ad una finanza di consumo con effetti modesti sul territorio.
Il bando in allegato, destinato alle zone rurali per attività extra-agricole ci fa ben sperare per rinforzare il meccanismo vincente dell’agriturismo, dei percorsi enogastronomici, della scoperta delle antiche ricette paesane, dei prodotti a km zero e delle curiosità che ci vengono raccontate passeggiando nei borghi, dove ogni angolo ha la sua piccola storia da raccontare.
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